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Ti raccontiamo le storie di


Il 12 gennaio ci contatta una ragazza di nome Asia. Ci scrive da un piccolo paesino in provincia di Catanzaro e ha 13 anni.

Fin da subito si pone come una ragazza molto educata, timida, fragile, ma in grande difficoltà.

Ci fornisce senza problemi le sue generalità e da questo capiamo che la situazione è seria, perché negli altri casi c’è sempre una tendenza generica da parte dei ragazzi a nascondersi e ad omettere i propri dati più che a palesarsi. Questo suo modo di fare sottolinea il suo estremo bisogno di aiuto.

Ci racconta di essere vittima da circa sei mesi di cyberbullismo: un suo compagno di scuola ha creato su Youtube un video diffamatorio su di lei in cui vengono citati anche i suoi dati personali.

Il video, in cui viene definita come una ragazza di facili costumi e una persona disposta a fornire facilmente prestazioni sessuali, riceve ogni giorno tantissime visualizzazioni e commenti anche da parte di ragazzi sconosciuti, che la insultano, la deridono, la scherniscono.

Il ragazzo in questione, che ha pubblicato il video e che dunque ha un’identità, la minaccia anche fisicamente quando è a scuola, dicendo che se non farà tutto quello che le dice, pubblicherà tanti altri video su di lei. Per di più la perseguita anche su Whatsapp mandandogli frequentemente messaggi intimidatori e offensivi.

Lei non capisce il vero motivo di tanto accanimento nei suoi confronti e non si spiega come mai questo suo compagno abbia voluto ferirla in questo modo.

Tuttavia, non vuole parlarne con i suoi genitori o con i suoi insegnanti perché ha paura che possano pensare che sia stata lei a fare qualcosa di sbagliato che abbia poi provocato questo comportamento e teme di essere giudicata da loro. Si rivolge dunque a noi per cercare di avere qualche utile consiglio che possa aiutarla a gestire e risolvere al meglio questa situazione.

Il nostro servizio cerca di capire, innanzitutto, con più accuratezza quali sono i messaggi che le vengono inviati e dove possiamo vedere il video pubblicato. Asia ci fornisce il link del sito e le foto degli ultimi commenti che ha salvato sul suo cellulare.

Cerchiamo quindi di fornirle inizialmente consigli e aiuti concreti su come poter arginare il problema. E’ importante, per prima cosa, evitare di rispondere ai messaggi molesti e offensivi, per non alimentare maggiormente la situazione; le consigliamo di salvare sempre i commenti (non solo gli ultimi ricevuti) e di tenere una copia di ogni singolo messaggio, di annotarsi anche i giorni e gli orari di ricezione e la invitiamo a bloccare il contatto di questo ragazzo su WhatsApp.

Le suggeriamo anche di segnalare direttamente su Youtube il video, come elemento con contenuti offensivi e lesivi. Anche noi provvediamo, dopo averlo visualizzato, a fare la nostra segnalazione.

Tuttavia diciamo ad Asia che la sua situazione è davvero seria e grave, che assolutamente non va sottovalutata e che è dunque necessario prendere coraggio e avvisare anche i suoi genitori e/o insegnanti.

Inizialmente non risponde e la comunicazione rimane sospesa per vari giorni.

Ci scrive di nuovo il 21 gennaio scusandosi di essere sparita e di non aver risposto.

Nei giorni successivi al nostro contatto ha riflettuto molto e ha deciso di seguire i nostri consigli affrontando l’argomento con sua madre. Non è ancora riuscita però a parlare con suo padre perché ha troppa paura di lui: crede che la sgriderà e non riuscirà mai a perdonarla.

Quando le chiediamo: “Che cosa dovrebbe perdonarti tuo padre Asia?” la sua risposta è “…il fatto di essere stata così ingenua, superficiale, sprovveduta…”

Sua madre, invece, a seguito del suo racconto, vuole andare a fondo alla situazione e capire come sia possibile punire il colpevole. Per questo Asia ci chiede maggiori informazioni su quali sono i passi fondamentali e le tappe da seguire per fare una denuncia formale alla Polizia Postale.

Le forniamo il link e i numeri utili a cui rivolgersi.

Dopo 5 giorni ci ricontatta per comunicarci di essere riuscita a recarsi presso la sede della Polizia, anche insieme a suo padre (è stata sua madre che alla fine ha parlato con lui e gli ha spiegato la situazione). E’ stato aperto un fascicolo a danno del ragazzo e fatta una segnalazione a suo nome.

Inoltre a seguito del nostro consiglio, anche tutti i suoi compagni di classe hanno a loro volta segnalato il video su Youtube, più volte al giorno, fino a che lo stesso, qualche giorno fa, è stato rimosso dalla piattaforma e risulta essere censurato e non accessibile.

Asia capisce come sia stato fondamentale l’appoggio dei suoi genitori: ci dice che da oggi in poi cercherà sempre di raccontargli tutto senza vergogna e senza paura perché ha capito che uno degli obiettivi primari del cyber bullo è appunto quello di spaventare la propria vittima. Per questo non bisogna restare in silenzio e cadere nella sua trappola ma denunciare questi comportamenti e non rimanere succubi di queste violenze.

Capisce anche come sia stato importante l’aiuto dei suoi amici che, in un momento così difficile per lei, le sono rimasti accanto e sono riusciti ad aiutarla.

Ci ringrazia commossa per l’aiuto che le abbiamo dato perché solo dopo aver ricevuto i nostri consigli e il nostro supporto è riuscita ad affrontare a testa alta la situazione e a liberarsi definitivamente di questo problema.

Ci complimentiamo con lei per la sua tenacia e il suo coraggio e le ricordiamo che siamo a sua disposizione qualora avesse ancora bisogno del nostro aiuto e dei nostri consigli.

LIDIA


Ci contatta una ragazza di nome Lidia (non specifica la città dalla quale scrive, ma dichiara di avere 13 anni e frequentare la seconda media).

Ci comunica di essere vittima da quasi un anno di cyber bullismo perché quotidianamente riceve offese e insulti tramite WhatsApp circa la sua persona in particolare facendo riferimento al suo peso.

I cyber bulli, spesso anche ragazze che lei reputava sue amiche, le inviano ogni giorno innumerevoli messaggi contenenti parolacce, insulti di ogni genere in cui la definiscono brutta e grassa; riceve fotografie di animali grassi che vengono paragonati a lei sottolineando ogni volta che è una persona fallita, che non diventerà mai nessuno nella vita e che resterà sempre sola perché grassa e brutta.

Chiede aiuto al nostro servizio perché si sente sola, persa e inizia a dubitare seriamente della sua persona pensando di essere davvero così come la descrivono.

Ha paura a confidarsi con i suoi genitori perché teme il loro giudizio e perché si vergogna di farsi ai loro occhi debole e indifesa.

Il nostro aiuto consiste fattivamente nel fornirle consigli concreti su come poter arginare il problema. Le diciamo che per prima cosa deve evitare di rispondere ai messaggi molesti e offensivi, per non alimentare maggiormente la situazione; le consigliamo di salvare sempre i commenti facendo una copia di ogni singolo messaggio, la invitiamo a bloccare su WhatsApp le persone che le rivolgono le offese e di cancellarsi da tutti i gruppi all’interno dei quali subisce tali violenze.

Le forniamo anche il link e i numeri utili per contattare la polizia postale affinché possa fare, qualora la situazione perdurasse, la sua segnalazione e una formale denuncia alle autorità competenti.

Cerchiamo inoltre di convincerla a parlare e confidarsi con i suoi genitori perché sono loro che certamente potranno fornirle un aiuto concreto sia per affrontare la situazione quotidianamente sia nel caso in cui servisse una azione più incisiva.

Lidia ci dice che prova vergogna e paura al pensiero di doverne parlare con loro ma promette che rifletterà e proverà a prendere coraggio cercando di affrontare l’argomento con loro.

Dopo 3 giorni ci ricontatta per comunicarci di essere riuscita ad aprirsi e che i suoi genitori, comprendendo la gravità della situazione e l’importanza di un loro intervento, hanno provveduto ad informare i genitori dei cyber bulli, che sono stati puniti severamente e gli insegnanti della sua scuola.

Lidia ci ringrazia per averla aiutata a trovare il coraggio di confidarsi e si complimenta con il nostro servizio che reputa di grande aiuto per tutte quelle persone che si trovano in un momento particolare di difficoltà e che non sanno come affrontare la situazione.

La salutiamo elogiandola per il suo comportamento e la sua audacia nel voler risolvere il problema, consigliandole di fare tesoro di quanto accaduto e di raccontare la sua esperienza anche alle altre persone per aiutarle qualora si trovassero nella sua stessa situazione.

Le ricordiamo inoltre che siamo a sua disposizione qualora avesse ancora bisogno del nostro aiuto e dei nostri consigli.

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